Pesto alla genovese: le marche più contaminate dai pesticidi.
I sughi pronti sono una soluzione veloce quando si ha poco tempo per cucinare, ma vi siete mai domandati che cosa c’è dentro ai barattoli di pesto alla genovese, per esempio?
K-tipp, la rivista svizzera che ha per ragione sociale la tutela consumatori, ha voluto vederci chiaro e ha messo sotto la lente di ingrandimento i 14 marchi più diffusi sul territorio della Confederazione.
I risultati della ricerca sono stati ripubblicati tempo fa da GreenMe, noto magazine on-line anch’esso dedito a inchieste a tutela della salute nostra e dell’ambiente.
Su 14 prodotti fatti analizzare da K-tipp solo tre sono stati promossi a pieni voti.
Gli altri undici presentano tutti qualche problema, quale più, quale meno.
Un buon pesto, secondo la ricetta tradizionale, è a base di basilico, aglio, pinoli, pecorino, parmigiano reggiano, olio extravergine e sale. C’è dunque da domandarsi perché nei vasetti si siano trovati latticello, zucchero, bambù, patate, mais e aromi vari.
Ma se fossero solo queste el sostanze diciamo estranee, ci sarebbe abbastanza poco da preoccuparsi. Il guaio è che nelle confezioni si sono trovate tracce anche di sostanze contaminanti, nocive alla salute, sia pure, va detto, entro i limiti imposti dalla legge. Il che però non è una grande consolazione, dato il noto “effetto cocktail”, ovvero l’effetto cumulativo di un mix di sostanze diverse, che è differente dall’effetto delle singole sostanze considerate di per sé.
In dieci marchi sono stati rintracciati altrettanti fungicidi e in otto c’erano tracce di piraclostrobina, una sostanza pericolosa per l’apparato riproduttivo (almeno secondo l’Università dell’Hertfordshire).
Sei sono risultati contaminati dai cosiddetti MOSH (idrocarburi saturi di olio minerale) in dosi superiori di 2 milligrammi, che si ritiene sedimentino nel fegato e possano dar luogo a mutazioni cellulari.
Cadmio e nitrati sono stati ravvisati nel pesto Naturaplan, che non arriva alla sufficienza nella valutazione della rivista svizzera.
Quanto ai migliori, De Cecco si aggiudica il podio con la medaglia d’oro e Agnesi ottiene una valutazione sufficiente; risultano bocciati, invece, Sapori d’Italia e Rummo.
Luci e ombre per Barilla: premiato con un quarto posto e un giudizio buono il suo Pesto alla Genovese; bocciata invece la sua preparazione con Basilico Dop. Di seguito, la comparativa dell’autorevole testata K-Tipp:
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