Ti sei mai chiesto perché il dolcificante non è appagante come lo zucchero?

Ti sei mai chiesto perché il dolcificante non è appagante come lo zucchero?

Ti sei mai chiesto perché il dolcificante non è appagante come lo zucchero?

Hai mai notato quanto sia difficile provare a smettere di mangiare i biscotti? Quanto facile sia arrivare alla fine della confezione senza rendertene conto? Questo accade perchè lo zucchero da dipendenza, invia particolari segnali di gratificazione al cervello e attiva particolari aree neuronali. Questo è un’innegabile problema: troppo zucchero fa male, fa ingrassare e non giova alla nostra salute. Ecco che da diverso tempo molti propongono, come sostituto dello zucchero, il dolcificante. Ma siamo sicuri che sia la stessa cosa?

Ti sei mai chiesto perché il dolcificante non è appagante come lo zucchero?

Ti sei mai chiesto perché il dolcificante non è appagante come lo zucchero?

Zucchero e dolcificanti scatenano due diverse risposte neurali e solo una delle due sostanze invia segnali di gratificazione al cervello. Continua nella lettura per scoprire qual’è e se davvero il dolcificante è un degno sostituto dello zucchero. 

L’astuzia del cervello: dolcificanti e zucchero non sono uguali

É bene rendersene conto: il nostro corpo è intelligente e astuto. Quando cerchiamo di ingannarlo sostituendo lo zucchero con il dolcificante se ne accorge e non si lascia beffare. Uno studio condotto dalla Duke University (USA) e pubblicato su Nature Neuroscience ha cercato di analizzare cosa succeda al nostro corpo quando cerchiamo di ingannarlo e ha scoperto che dentro di noi sono presenti un gruppo di cellule che si attivano in maniera differente in base alla sostanza rilevata, zucchero o dolcificante.

Come reagisce il nostro corpo allo zucchero

All’interno dell’intestino sono presenti delle cellule connesse direttamente al cervello e ai suoi neuroni. Sono simili a quelle che rilevano gusto e olfatto e sono chiamate neuropods (letteralmente neuropodi, cellule epiteliali sensoriali intestinali). Il loro compito è quello di trasmettere le informazioni al cervello, processo che avviene in pochi millisecondi. Quando queste cellule si accorgono che abbiamo mangiato zucchero lo comunicano al cervello.

«Lo zucchero che ingeriamo stimola queste cellule dell’intestino che rilasciano glutammato (uno dei neurotrasmettitori più importanti del nostro sistema nervoso, NdR) e attivano il nervo vago», spiega Diego Bohórquez, uno degli autori dei tanti studi in merito alla reazione zucchero – cervello.

Dopo aver fatto questa scoperta i ricercatori della Duke University hanno voluto indagare più a fondo cercare di capire in che modo il nostro cervello o meglio i neuropodi riescono a distinguere lo zucchero dai dolcificanti. Sono state quindi iniettate, nell’intestino di topi anestetizzati le due differenti sostanze e hanno analizzato la risposta.

I neuropodi riescono a capire che stiamo mangiando zucchero grazie al trasportatore SGLT1. Questo stimola a rilasciare glutammato che a sua volta attiva il nervo vago. Questo nervo è il responsabile di tutti i segnali di gratificazione che arrivano al cervello ovvero il senso di appagamento che proviamo dopo aver mangiato zucchero.

Diversamente, quando mangiamo dolcificanti le cellule rilasciano ATP (adenosina trifosfato), un neurotrasmettitore che attiva una zona differente ovvero quello corrispondente a intestino-cervello. Il differente rilascio fa si che i dolcificanti non ci gratificano e appagano come lo zucchero.

 

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *