Per quanto tempo il cervello può resistere in assenza di ossigeno?

Per quanto tempo il cervello può resistere in assenza di ossigeno?

Il cervello umano richiede più energia di qualsiasi altro organo del corpo e nonostante rappresenti solo il 2% del peso corporeo medio di un adulto, utilizza circa il 20% del sangue ossigenato e pieno di carburante pompato dal cuore stando a quanto riporta una pubblicazione del 2021 sull’autorevole portale Intensive Care Medicine. Per quanto tempo questo organo può resistere in assenza di ossigeno? Scopriamo tutte le informazioni utili nelle righe a seguire!

Per quanto tempo il cervello può resistere in assenza di ossigeno?

La risposta a questa domanda non è sempre scontata, come ha riportato su WordsSideKick.com via e-mail il dottor Danny Gonzalez , neurologo vascolare e assistente professore presso il Barrow Neurological Institute di Phoenix, in Arizona.

Il tempo esatto necessario affinché il cervello subisca un danno irreversibile o muoia completamente per privazione di ossigeno dipende da diversi fattori, tra cui l’entità e la durata della perdita di ossigeno. Questo perché l’interruzione dell’afflusso di sangue al cervello può essere parziale, come nel caso di un ictus o di alcune lesioni alla testa, oppure può essere totale, come nell’arresto cardiaco, in cui la funzione cardiaca si interrompe improvvisamente.

L’ictus non causerà la morte immediata delle cellule cerebrali, ma, più a lungo persiste la mancanza di ossigeno, più grave sarà il danno al cervello, secondo la fonte medica StatPearls. In soli cinque minuti, un basso livello di ossigeno può causare stati di coma, convulsioni e morte dei neuroni, stando a quanto afferma l’ Istituto Nazionale dei Disturbi Neurologici e dell’Ictus (NINDS). Fortunatamente, le persone possono ancora recuperare una sostanziale funzione cerebrale dopo un ictus se vengono trattate abbastanza velocemente .

La completa mancanza di ossigeno nel cervello causerà la morte delle cellule cerebrali entro “alcuni minuti”, riferisce Gonzalez. Secondo una pubblicazione scientifica del 2016 inerente a studi sull’uomo e sugli animali, nell’arresto cardiaco l’attività elettrica spontanea nella superficie del cervello scompare entro 10-30 secondi dalla cessazione del flusso sanguigno. Secondo Medline Plus della National Library of Medicine, se il flusso sanguigno di una persona si interrompe possono verificarsi danni permanenti al cervello entro soli quattro minuti.

“Qualsiasi lesione cerebrale anossica prolungata [causata da una completa mancanza di ossigeno] che si traduce in una grande quantità di morte cellulare aumenta il rischio di diagnosi di morte cerebrale durante il ricovero”

ha detto Gonzalez. La morte cerebrale, nota anche come “morte secondo criteri neurologici”, è la perdita completa e irreversibile della funzione cerebrale.

Sebbene il danno cerebrale causato da un basso livello di ossigeno si verifichi generalmente in pochi minuti, la velocità esatta con cui si manifesta il danno può variare da persona a persona. “Dipende certamente dall’individuo e dai fattori di rischio che si possono avere, come la pressione sanguigna , il colesterolo e il fumo” sottolinea il professore. Una cattiva salute cardiovascolare può portare ad un accumulo di placche di grasso che induriscono e restringono i vasi sanguigni, il che a sua volta limita il flusso sanguigno ai tessuti e agli organi, compreso il cervello.