Legge di Bilancio 2023: quali i benefici per le tasche degli italiani

Legge di Bilancio 2023: quali i benefici per le tasche degli italiani

Fedele agli annunci di campagna elettorale, il governo pare intenzionato ad abolire (seppure in modo graduale) il reddito di cittadinanza. La misura è stata rifinanziata per il prossimo anno, ma ne è stato ridotto il periodo di fruizione. Non più 18 mesi, ma solo otto. Si è introdotto anche un meccanismo che nelle intenzioni dell’esecutivo dovrebbe realizzare finalmente un collegamento tra il bonus e le politiche attive del lavoro: molto in soldoni, ti do il reddito, ma se rifiuti le offerte di lavoro te lo levo. Che se fossimo la Germania, non farebbe una piega. ma essendo noi un Paese che non cresce da almeno vent’anni, è tutta un’altra storia… Si è pure introdotto un corso di riqualificazione o formazione professionale da svolgere in sei mesi. Chi non segue il corso di riqualificazione, perde il reddito.

Come si anticipava sopra, si è anche stabilito che si perde il reddito pure in caso di rifiuto di una congrua offerta di lavoro. Ma come pure si anticipava sopra, nelle intenzioni dell’esecutivo Meloni il reddito è una misura che va a sparire, perché dal 2024 dovrebbe essere sostituita da un altro strumento di aiuto per i disoccupati e gli inoccupati (questi ultimi sono quanti non hanno mai lavorato, almeno ufficialmente). Ma andiamo ad analizzare quali saranno i benefici che si andranno ad introdurre al varo di questa manovra.

Legge di Bilancio 2023: quali i benefici per le tasche degli italiani

La manovra 2023

Le misure di questa legge di bilancio sono svariate e si caratterizzano in linea di massima per lo scopo di aiutare le persone in difficoltà economica. Ad esempio con la “Carta risparmio spesa”, per le famiglie con un reddito fino a 15 mila euro l’anno. Questa Carta risparmio sarà gestita dai Comuni. È da ricordare anche la tanto contestata misura dell’aumento del tetto per le operazioni in contanti (la si è accusata di favorire il nero e il riciclaggio di denaro sporco), tetto che il primo gennaio prossimo passa a 5 mila euro (mentre oggi il limite è di mille euro).

A ventuno  miliardi di euro assommano poi i fondi destinati a combattere il caro energia. Dalle bollette, in particolare, saranno tolti gli oneri impropri e fino al 30 marzo 2023 sarà rifinanziato il credito d’imposta per gas e luce elettrica.

La cosa dovrebbe dare un po’ di sollievo a ristoranti, bar e altri esercizi commerciali. Il credito sarà aumentato dal 30 al 35 per cento. Non solo: le imprese cosiddette “energivore” potranno godere di un credito d’imposta del 45 per cento appunto per pagare le bollette energetiche.

Incrementati anche i fondi destinati alla sanità, con tutti i benefici del caso per le tasche degli italiani: 1,9 mld di euro destinati a questo settore, spalmati in una forbice che va dal varo della legge, fino a tutto il 2023. 3,1 mld di euro invece è la somma destinata a coadiuvare l’efficienza e l’accesso al trasporto pubblico.

Altri fondi destinati a settori considerati “sensibili”

Altri interventi mirati ad alleggerire le spese per le tasche dei cittadini si quantificano nella riduzione dell’IVA su prodotti per l’igiene intima femminile e per neonati. La flat tax incrementale verrà ampliata ad una più vasta platea, che spazierà tra autonomi e dipendenti che guadagnano sino ad 85.000 euro. La quota 103 interesserà tutti coloro che vorranno andare in pensione coi seguenti requisiti: 62 anni d’età e 41 anni di contributi versati al fisco.

Interventi verranno effettuati anche sull’Assegno Unico percepito dai lavoratori aventi diritto, andando così a rendere la misura più sostanziosa anche se ancora non è possibile quantificare con esattezza gli effettivi aumenti, ed in base a che parametri verranno stabiliti.