Economia

Investire in buoni fruttiferi postali: a quanto ammontano le tasse?

Investire in buoni fruttiferi postali: a quanto ammontano le tasse?

Investire in buoni fruttiferi postali: ecco quali sono le tasse da pagare per chi detiene questi prodotti finanziari.

Tra gli investimenti più sicuri e maggiormente preferiti dai risparmiatori italiani ci sono i buoni fruttiferi emessi dal gruppo Poste Italiane SPA. A quanto ammontano le tasse per chi investire in buoni fruttiferi postali?

Assieme ai libretti postali, i buoni fruttiferi postali sono tra le forme di investimento più sicure e maggiormente preferite dai risparmiatori italiani. Si tratta di strumenti finanziari emessi dalla Cassa depositi e prestiti, distribuiti da Poste Italiane e garantiti dallo Stato. I buoni fruttiferi postali sono soggetti a tassazione: vediamo a quanto ammonta il trattamento fiscale di questi prodotti preferiti dai risparmiatori italiani.

Investire in buoni fruttiferi postali: a quanto ammontano le tasse?

Investire in buoni fruttiferi postali: cosa sono?

Investire in buoni fruttiferi postali è diventato più conveniente dato che Cassa Depositi e Prestiti ha adeguato gli interessi di questi prodotti per contrastare l’inflazione, che continua a “galoppare”.

I buoni fruttiferi postali sono uno strumento di investimento pensato da chi è poco propenso a rischiare. Rappresentano una valida alternativa a bond e azioni per diversificare l’investimento e per ridurre il rischio. I buoni fruttiferi postali non sono soggetti alle fluttuazioni di mercato. Sui buoni fruttiferi non ci sono commissioni di gestione. Il rendimento del buono postale ordinario è salito al 2% ed è quadruplicato in poco meno di trenta giorni.

Tassazione buoni fruttiferi postali: ecco cosa devi sapere

Non tutti sono a conoscenza del trattamento fiscale dei buoni fruttiferi postali. Come per i BTP, anche i buoni fruttiferi postali beneficiano della tassa agevolata pari a 12,5 punti percentuali. Questa aliquota è rimasta invariata dall’anno in cui è stata introdotta.

Altra tassa è quella sul capital gain, che ammonta sempre al 12,50% della differenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto.

Per quanto concerne l’imposta di bollo, questa è pari a 2 per mille annuo del controvalore giacente sul dossier dei titoli. L’imposta di bollo si paga solo se il risparmiatore detiene buoni fruttiferi postali per un importo superiore ai cinquemila euro.

Investire in buoni fruttiferi postali: vanno dichiarati nella dichiarazione dei redditi?

I buoni fruttiferi postali non vanno dichiarati in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi. Si tratta di strumenti finanziari che vengono tassati alla fonte.

 

 

 

 

Jacqueline

Redattrice, sezione Finanza, Tasse, Economia Laureata in Economia Aziendale e Strategia, Management e Controllo con 110 e Lode presso l'Università di Pisa. Perfezionamento in Management.

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