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Introduzione vaccino obbligatorio: numerosi tentativi di raggiro fra il personale statale

Introduzione vaccino obbligatorio: numerosi tentativi di raggiro fra il personale statale

Dal 15 dicembre, dopo l’introduzione del super green pass, per alcune categorie è entrato in vigore l’obbligo vaccinale. Per i sanitari consiste nell’effettuare la terza dose di vaccino, mentre per docenti, personale scolastico e con essi le forze dell’ordine, è d’obbligo il vaccino per potersi recare al lavoro, ma tra queste categorie però è ancora presente uno zoccolo duro di no-vacs e no green pass, che pensa a come a raggirare l’obbligo. I disertori del vaccino che non riescono a trovare alcun escamotage, sono disposti a farsi sospendere addirittura lo stipendio in mancanza di alternative, ma c’è anche chi pensa a metodi non convenzionali per aggirare l’obbligo.

Introduzione vaccino obbligatorio: numerosi tentativi di raggiro fra il personale statale

Da un inchiesta del Corriere della Sera, tra le varie forze dell’ordine sarebbero almeno in 50.000 i dipendenti statali non ancora vaccinati e pronti a farsi sospendere dal servizio senza stipendio. Molti agenti hanno addirittura paventato l’idea di trovare un’altra occupazione, perché spesso le loro famiglie vivono con quell’unico stipendio. C’è poi chi ha pensato di prenotare il vaccino per poi allungare i tempi con eventuali dichiarazioni di impossibilità nel vaccinarsi per problemi di salute. Sarebbero almeno 300 gli agenti di polizia che si sono rivolti ad avvocati per citare lo stato, che a loro dire applica un obbligo anticostituzionale, perché – come rimarcano questi ultimi – anche colleghi sottoposti a processo percepiscono l’assegno familiare, mentre loro rischiano di restare senza stipendio.

Nel mondo della scuola invece sarebbe solo il 6% del personale totale ad essere sprovvisto di attestato vaccinale. Dal 15 dicembre la normativa prevede di adempiere all’obbligo vaccinale presentando la documentazione di avvenuta vaccinazione o di differimento da quest’ultima entro 5 giorni, e comunque entro un termine ultimo di 20 giorni totali oltre i quali saranno poi presi provvedimenti. Secondo queste regole, l’associazione Comilva ha portato alla luce alcune strategie che il personale sarebbe pronto ad adottare. Si tratta di ottenere dai presidi una raccomandata di regolarizzazione, per poi ritirarla solo dopo un mese. A quel punto si avranno 5 giorni per rispondere e altri 20 per presentare l’avvenuta prenotazione del vaccino, successivamente altri 3 per dare comunicazione alla scuola di averlo effettuato; in questo modo si guadagnerebbero due mesi in cui si riuscirebbe ad evitare la sospensione dello stipendio. Secondo l’allarme lanciato dai presidi, questo fenomeno potrebbe rendersi possibile già dopo le feste di Natale, intanto alcuni insegnanti già avanzano richieste di continuare la didattica a distanza, mentre per quanto riguarda le forze dell’ordine i sindacati fanno già sapere che pur nel rispetto delle idee altrui, molti ricorsi voluti dai loro clienti non saranno accettati.

Pietro Giordano

Appassionato di tutto ciò che è tech. Scienza e curiosità sono il mio pane quotidiano. Divoro libri a colazione e non disdegno di seguire le belle arti.

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