EMA ritira principio attivo per la tosse: rischi gravissimi. Quali sono i medicinali
Stop ai farmaci a base di focoldina: il “rischio letale” è elevato per coloro che sono sottoposti ad anestesia generale.
L’Agenzia del farmaco EMA ha ritirato dal commercio i farmaci a base di folcodina, utilizzati per il trattamento della tosse secca e contro i sintomi di raffreddore e influenza. Il Comitato per la farmacovigilanza dell’Ente ha raccomandato il divieto di vendita dei medicinali a base di folcodina, che metterebbe a rischio la vita di coloro che vengono sottoposti ad anestesia generale con agenti bloccanti neuromuscolari.
L’utilizzo di folcodina nei 12 mesi precedenti l’anestesia generale con agenti bloccanti neuromuscolari è un fattore di rischio per lo sviluppo di una reazione allergica improvvisa, che può mettere in serio pericolo la vita. Il “rischio mortale” è elevato. Dal momento che non sono state individuate misure efficaci volte a ridurre al minimo il rischio di decesso, i medicinali contenenti la folcodina sono stati ritirati dal mercato dell’UE.
EMA si raccomanda di trovare valide alternative. Gli operatori sanitari sono invitati a prendere in considerazione alternative terapeutiche e consigliare di interrompere il trattamento con i medicinali contenenti folcodina. In caso di anestesia gli operatori sanitari sono tenuti a verificare se i pazienti abbiano utilizzato farmaci contenenti folcodina negli ultimi 12 mesi.
I farmaci a base di folcodina sono utilizzati come sedativo della tosse secca sin dagli anni Cinquanta e sono commercializzati dietro prescrizione medica o come medicinali da banco. In Italia non la folcodina non è commercializzata. In altri Paesi, tra cui Francia, Belgio, Croazia ed altri, la folcodina è conosciuta come Broncalene e Dimetane.
La focoldina è una sostanza oppioide che agisce direttamente a livello del cervello, riducendo i segnali nervosi che vengono inviati ai muscoli coinvolti nella tosse.
Come riporta l’EMA:
“possono essere disponibili sotto forma di sciroppi, soluzioni orali, supposte, compresse e capsule con varie denominazioni commerciali e come farmaci generici”.
L’ipotesi che l’uso della folcodina possa innescare una reazione anafilattica agli NMBA si basa sulla produzione da parte dell’organismo di anticorpi contro la folcodina che innescano reazioni agli NMBA (“sensibilizzazione incrociata”).
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