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Conciliazione delle controversie condominiali: come si svolge la procedura

Conciliazione delle controversie condominiali: come si svolge la procedura

Come agisce un condominio quando viene chiamato in causa? Deve chiamare in causa cose o persone? Questa è la domanda che molti si pongono, ed inoltre, la figura dell’amministratore di condominio che poteri ha? Proviamo a fare chiarezza.

Conciliazione delle controversie condominiali: come si svolge la procedura

Non tutti sanno che anche un condominio può essere citato per debiti o citare per debiti, o per cose comuni non portate a termine. In questo caso spesso capita che le due parti arrivino ad un accordo su una somma da pagare e diano atto alla transazione per concludere la lite di condominio.

In queste situazione è importante la figura dell’amministratore di condominio, il quale può delegare un avvocato nel seguire la situazione, ma quando invece si decide di giungere ad un accordo, cosa deve fare l’amministratore di condominio?

Come prima cosa, deve interpellare l’assemblea, perché in autonomia non può decidere nulla in merito alla controversia, ne tanto meno procedere su uno schema non approvato e sottoposto ai condomini. In merito alla controversia, spesso si sceglie di accordarsi usando la famosa formula di “saldo e stralcio”, dove entrambi le parti cedono su qualche punto pur di accordarsi, evitando così le lungaggini dei tribunali e i costi relativi agli avvocati.

In tutti i casi, ogni iniziativa va discussa in un assemblea condominiale ed approvata con una maggioranza pari alla metà dei condomini presenti e votanti. Solo in questo modo si potrà delegare l’amministratore condominiale ad agire, e magari a cercare di stipulare un accordo entro i limiti di budget che il condominio è disposto a pagare.

Quindi, un assemblea non può dare un mandato generico all’amministratore, ma deve studiare un vero e proprio schema secondo il quale, quest’ ultimo dovrà muoversi. In ultimo vogliamo ricordare che un amministratore non può incaricarsi di gestire controversie sui diritti comuni, perché in tal senso occorrerà il consenso di tutti i condomini. Ma facciamo un esempio per capire: se si decide di lasciare una servitù di passaggio nella proprietà condominiale, questa potrà essere concessa solo e solamente previo consenso unanime dei condomini.

Pietro Giordano

Appassionato di tutto ciò che è tech. Scienza e curiosità sono il mio pane quotidiano. Divoro libri a colazione e non disdegno di seguire le belle arti.

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