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Bere alcol danneggia il cervello degli adolescenti. Ecco la statistica

Bere alcol danneggia il cervello degli adolescenti. Ecco la statistica

Si stima che siano 750 mila i minori che nel nostro Paese consumano vino, birra o superalcolici.

Lo dice l’Istat nella sua ultima “Indagine conoscitiva sulle dipendenze patologiche diffuse tra i giovani” .

Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica, nel 2020 il 18,2% dei ragazzi e il 18,8% delle ragazze tra gli 11 e i 17 anni hanno consumato almeno una bevanda alcolica, mentre negli ultimi 10 anni si è verificato un aumento di 5 punti percentuali nella fascia d’età 18-24 anni (dal 69,1% si è passati al 73,5%).

L’aumento nel consumo di alcol da parte dei minorenni ha a che fare, è ovvio, anche con il lockdown, che ha costretto moltissimi ragazzi in casa e ha indotto molti di loro a cercare rifugio nella bottiglia.

I dati dell’Istat, va detto, trovano conferma anche in quelli dell’Istituto superiore di sanità, che parlano di aumento del 209 per cento nel consumo di alcol nel primo anno della pandemia, per la fascia di età 18-24.

E non mancano ricerche svolte dai pediatri italiani che mostrano quanto il fenomeno sia esteso e preoccupante.

Bere alcol danneggia il cervello degli adolescenti. Ecco la statistica

Preoccupa, in particolare, anche il modo in cui si beve tra i ragazzi, dato che è sempre più diffusa la pratica del “binge drinking”, ossia del bere con lo scopo preciso di ubriacarsi, che finora era più una cosa degli Stati Uniti e del Nord Europa che nostra (basta passeggiare per una qualunque città britannica nel fine settimana, per rendersene conto…).

Insomma, lo scenario è alquanto allarmante, anche perché l’alcolismo giovanile ha poi serissime ripercussioni anche nell’età adulta.

Se l’alcol è pericoloso per gli adulti, lo è molto di più per il cervello in formazione dei minorenni.

Come spiegano i neurologi, fino a circa 16 anni negli esseri umani non c’è un sistema enzimatico che lo possa metabolizzare: manca infatti nei minorenni l’alcol-deidrogenasi (ADH), l’enzima che serve a metabolizzare l’etanolo e a espellerlo dall’organismo.

In altri termini, nei giovanissimi l’alcol resta in circolo più a lungo e può causare danni molto seri a vari organi (cervello e fegato in primis).

Più in particolare, l’abuso di alcol negli adolescenti può provocare danni al fegato, al pancreas e al tubo digerente, ma soprattutto al sistema nervoso, sia centrale che periferico.

Troppo alcol nei ragazzini può provocare ansia, depressione, aggressività, perdita di autocontrollo e della capacità di valutare le conseguenze dei propri atti.

Alcol: una trappola per gli adolescenti

L’approccio iniziale all’alcol avviene perché la sostanza disinibisce e facilita i rapporti sociali, ma è una trappola fatale.

Perché ben presto si verifica il fenomeno della “tolleranza”, per cui per ottenere l’effetto della precedente “dose” di alcol ce ne vuole una sempre maggiore e così via, fino al punto che il bicchiere diventa una vera e propria dipendenza.

Si stima che chi comincia a bere alcol prima dei 16 abbia un rischio quattro volte maggiore di sviluppare una dipendenza. E stiamo parlando di persone che non hanno ancora 20 anni.

Ribadiamo: prima dei 16 anni l’alcol dovrebbe essere assolutamente off limits. Non a caso, l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda l’astensione totale sotto quell’età.

Alcol e cervello

L’etanolo e l’acetaldeide, che è il metabolita dell’etanolo, sono capaci di danneggiare direttamente i neuroni, con la conseguenza di danni permanenti sia strutturali (anatomici) che funzionali (comportamentali).

Non solo. Un consumo smodato e cronico di alcol si associa a una carenza di tiamina. La mancanza di questa vitamina provoca la “sindrome di Wernicke-Korsakoff”, che in sintesi è una forma di demenza indotta dall’alcol.

Ma non basta, l’abuso di alcol può anche provocare encefalopatia epatica nei soggetti già colpiti da cirrosi del fegato. E non sono da sottovalutare nemmeno ipertensione, ictus e scompenso cardiaco.

 

Adriano

Lettore onnivoro e disordinato. Giornalista di cronaca locale e di tutto un po'. Scrivere è come una droga, ma almeno per quello non ti arrestano.

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