Economia

Aumento stipendio se la busta paga è bassa: ecco chi ne ha diritto

Aumento stipendio se la busta paga è bassa: ecco chi ne ha diritto

Aumento stipendio se la busta paga è bassa: si tratta di un diritto previsto dalla costituzione italiana. Ecco il caso della lavoratrice padovana.

Manca una normativa che fissa un salario minimo in Italia, al lavoratore deve essere garantito uno stipendio proporzionato alla qualità ed alla quantità del lavoro svolto. Il diritto costituzionale prevede un giusto stipendio adeguato volto a garantire uno stile di vita decoroso.

Aumento stipendio se la busta paga è bassa: ecco chi ne ha diritto

L’articolo 36 della Costituzione stabilisce che il lavoratore ha diritto

“a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

Il diritto al giusto stipendio è tutelato dalla Costituzione italiana, in particolare il contratto collettivo. Tuttavia, i Giudici possono ritenere inadeguato lo stipendio che rispetti i criteri previsti dall’accordo collettivo. È quanto è successo ad una lavoratrice residente a Padova, che ha fatto ricorso al Giudice del Lavoro di Milano lamentando una busta paga molto bassa.

Aumento stipendio perché troppo basso: il caso della lavoratrice padovana

Aumentare lo stipendio perché ritenuto troppo basso: è quello che vorrebbero molti lavoratori italiani. Il caso della lavoratrice padovana, che ha fatto ricorso al Giudice del Lavoro di Milano è destinato a non rimanere del tutto isolato, ma rappresenta una vera svolta sul fronte giurisprudenziale.

Nei casi in cui non si dovesse intervenire con il minimo salariale, potrebbero essere gli Ermellini ad obbligare i datori di lavoro ad incrementare la busta paga. Non solo, anche le associazioni datoriali potrebbero sedersi la tavolo con le parti sociali per revisionare le tabelle delle buste paga dei lavoratori.

Lo stipendio di importo basso è incostituzionale?

Il datore di lavoro deve attenersi alle tabelle degli importi salariali previste nell’accordo collettivo in modo tale da erogare l’adeguata busta paga al lavoratore dipendente. Lo stipendio del lavoratore deve essere commisurato alla qualifica ed al ruolo. Tuttavia, il caso della lavoratrice padovana che ha presentato ricorso al Giudice del lavoro di Milano potrebbe cambiare le carte in tavola. La donna ha fatto causa alla Civis (Istituti Vigilanza Padova) per la retribuzione netta troppo bassa, circa 640 euri netti al mese.

Il Giudice del Lavoro, dopo un’attenta valutazione, ha ritenuto che la paga della donna fosse troppo da fame e ha dato ragione alla stessa. È la stessa Carta Costituzionale a tutelare il diritto ad uno stipendio adeguato.

 

 

 

Jacqueline

Redattrice, sezione Finanza, Tasse, Economia Laureata in Economia Aziendale e Strategia, Management e Controllo con 110 e Lode presso l'Università di Pisa. Perfezionamento in Management.

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