Aumento in busta paga per questa platea di lavoratori. Ecco chi sono i fortunati
In arrivo l’aumento in busta paga per una determinata categoria di lavoratori: a chiedere il rinnovo CCNL Commercio, Terziario, Servizi sono tre sigle sindacali.
Il rinnovo CCNL Commercio, Terziario, Servizi sa da farsi: Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs stanno negoziano con Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione e Cooperative. Con un comunicato diffuso qualche giorno fa UILTuCS, il sindacato di categoria della UIL che rappresenta i lavoratori del terziario, turismo, commercio e servizi, ha comunicato che sono oltre 3 milioni i lavoratori che attendono il rinnovo contrattuale e gli incrementi di stipendio da circa quattro anni.
Lo scorso mese il sindacato di categoria della UIL che rappresenta i lavoratori del terziario, turismo, commercio e servizi parlava di cifre che dovevano superare i 150 euro mensili per permettere ai lavoratori di recuperare il potere d’acquisto perduto a seguito della fiammata inflazionistica. Uiltucs chiede un
“allineamento dei tavoli”
e a settembre si riserva di valutare le proposte in modo tale da raggiungere un’intesa. Pertanto, il rinnovo contrattuale ci sarà ma solo per determinate categorie di lavoratori del comparto.
L’aumento medio in busta paga dei lavoratori del commercio sarà di almeno 150 euro lordi al mese. Si stima che la platea interessata è costituita da oltre 3 milioni di addetti della distribuzione, del terziario e dei servizi. E’ necessario anche un intervento sul fronte del welfare e dell’aggiornamento delle figure professionali. Le forze sindacali e Confcommercio avrebbero trovato un’intesa per rinnovare il contratto nazionale del Commercio.
Il contratto è scaduto a fine anno 2019 ed entro la fine dell’anno 2022 le parti si erano impegnate a chiudere la partita del rinnovo entro la fine del mese di giugno 2023. Il termine è slittato, ma la volontà è quella di accelerare per concludere al rientro dalla pausa estiva e fare scattare gli incrementi in busta paga quanto prima.
Con il rinnovo contrattuale verrebbe riconosciuto l’incremento in busta paga di quasi il 60% dell’incremento del costo della vita nel corso dell’anno 2022. Lo scorso anno i prezzi al consumo sono aumentati di oltre 8 punti percentuali: portare l’intero incremento nelle buste paga comporterebbe fare salire gli stipendi dei lavoratori del commercio di 250 euro lordi al mese. Si tratterrebbe di un onere che sarebbe insostenibile per le PMI italiane.
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