WhatsApp: scopri come ci si entra senza che nessuno lo sappia
WhatsApp: scopri come ci si entra senza che nessuno lo sappia. Di solito entrare in una chat di WhatsApp o comunque mandare un messaggio a uno dei nostri contatti della rubrica telefonica non è un’operazione che si possa fare con discrezione. L’applicazione di messaggistica istantanea prevede infatti un sacco di tracciamenti.
Per fare un esempio, tutti gli utenti possono sapere l’ora precisa in cui sei stato on line per l’ultima volta, il che non è esattamente rispettoso del diritto alla privacy.
Ma c’è un modo per rimediare a questo inconveniente: si va nelle opzioni e si disattiva la funzionalità relativa alla lettura dell’ultimo accesso. Ma l’operazione non è indolore, nel senso che così facendo voi stessi non potrete più conoscere gli orari di accesso delle altre persone.
Ma la cosa si può fare anche in un altro modo, altrettanto semplice e rapido, ma ugualmente efficace.
Il punto è che prima di accedere a WhatsApp è necessario disattivare tutte le connessioni possibili, quindi sia la connessione wi-fi che quella per i dati.
Dopodiché si entra nell’applicazione e si leggono tutti i messaggi in entrata. Essendo le connessioni disattivate, l’app in questo caso non può registrare il tuo accesso. Ne consegue che una volta usciti da Whatsapp e ristabilite le connessioni, gli altri utenti potranno leggere solo il vecchio “ultimo accesso”, che a questo punto sarà a tutti gli effetti il penultimo, ma lo saprete solo voi.
Fermare il tempo
È un trucchetto semplice semplice e volendo lo si può anche considerare come un mezzo molto svelto per fermare il tempo, per così dire.
Sempre che per voi per un qualunque motivo sia importante non far sapere agli altri a che ora stavate scrivendo messaggi.
In fondo la privacy è questo: non far sapere agli altri i fatti propri; e non ha alcuna importanza che si tratti di attività del tutto innocenti.
Ma come sempre il problema è un po’ più complesso, anche perché sempre più persone usano questa app per lavoro.
Considerando che nel 2018 circa mezzo milione di impiegati del NHS britannico (National Health Service) hanno usato sul lavoro WhatsApp e altri servizi di messaggistica (e 29 mila sono stati puniti per averlo fatto), si capisce bene che le preoccupazioni per la privacy non sono affatto campate in aria.
Negli ultimi anni non sono mancate denunce a carico dell’azienda di Menlo Park, per esempio ad opera del Guardian, ma pare che le accuse non avessero fondamento (il giornale britannico ha ammesso di essersi sbagliato).
Il che non vuol dire che non si debba stare sul chi vive.