Settantenne ritrova buoni postali del ’41 dall’incredibile valore. Com’è finita per il rimborso?

Settantenne ritrova buoni postali del ’41 dall’incredibile valore. Com’è finita per il rimborso?

Come ben sappiamo, negli ultimi anni molti utenti stanno riscoprendo vecchi buoni fruttiferi oramai dimenticati in vecchi cassetti. Per ottenere un rimborso ad oggi è necessario ricorrere ai professionisti del settore, e non sempre è scontato spuntarla. Oggi analizzeremo il caso di una signora veneta che ritrova dei buoni dal valore odierno altissimo.

Settantenne ritrova buoni postali del ’41 dall’incredibile valore. Com’è finita per il rimborso?

Come scrivevamo in apertura, la signora – una settantenne di San Zeno – ritrova quattro buoni postali depositati il 1941 del valore di mille lire ciascuno. Questa somma vista così può dire poco, ma quello che per l’epoca era un discreto deposito, oggi si traduce in una somma a 4 zeri: la bellezza di 150.000 euro.

La vicenda è finita come da prassi in mano ad un professionista specializzato, in questo caso un legale dell’Associazione Giustitalia, associazione specializzata nel recupero dei rimborsi legati ai titoli di stato o – come in questo caso – di buoni fruttiferi. Ma com’è andata a finire?

Rimborso dei 4 buoni da mille lire: l’epilogo

Il calcolo da parte dell’associazione ha restituito, come scrivevamo poc’anzi, l’interessante somma di quasi 150.000 euro, 145.350 per l’esattezza, e a seguito della richiesta, il Ministero delle Finanze ha accolto la richiesta di rimborso dei buoni col le relative rivalutazioni e rimborso spese.

Come riporta la testata Bresciaoggi, i rappresentanti dell’associazione Angela Putzulu e Luigi De Rossi spiegano:

«I due enti sono obbligati a rispondere in solido a tutti i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica Italiana, quindi anche per i Titoli di Stato emessi durante la vigenza del Regno d’Italia»

È indispensabile sottolineare che in italia sono milioni i titoli non riscossi, ma la cosa spesso non viene portata alla ribalta delle cronache di proposito, onde evitarne la riscossione. Ricordiamo che ad oggi, il termine di prescrizione di un buono fruttifero è di 10 anni a decorrere dalla sua scadenza naturale, dopo di che il titolo verrà inesorabilmente prescritto.

L’unica chance di poter far valere i propri diritti su di un buono cosiddetto “archeologico” è  quella di poter dimostrare il ritrovamento dopo un determinato periodo nel quale si è stati impossibilitati ad accedere al documento originario.

 

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