Nuova misura di inclusione in arrivo: “Mia” sostituirà il reddito di cittadinanza?

Nuova misura di inclusione in arrivo: “Mia” sostituirà il reddito di cittadinanza?

Sappiamo benissimo che il governo Meloni non ha mai visto di buon occhio il reddito di cittadinanza, e da quando questo nuovo governo ha visto la luce ha subito mosso i primi passi per modificare la misura voluta dal Movimento 5 Stelle, che negli anni subirà in ogni caso continui cambiamenti e modifiche fino ad essere dismessa. Il nuovo esecutivo ha già parlato di una nuova misura chiamata MIA, e questa sigla indica “misura inclusione attiva”.

Nuova misura di inclusione in arrivo: “Mia” sostituirà il reddito di cittadinanza?

Con questa nuova iniziativa il governo punta a risparmiare 2/3 miliardi l’anno, al fronte degli 7/8 miliardi spesi per il reddito di cittadinanza. Sembra proprio che sia già pronto un nuovo decreto che possa spiegare bene la misura e renderla al più presto esecutiva; queste le parole di Enrico Marro rilasciate al Corriere della Sera:

“Per le persone non occupabili cambierà ben poco, mentre diversamente sarà per i più giovani destinatari di una politica attiva, proprio per il reinserimento nel mondo del lavoro.”

Questa nuova misura di inclusione attiva dovrebbe scattare dopo i sette mesi di proroga del Reddito di Cittadinanza, e le prime istanze saranno rese presentabili dal prossimo mese di settembre. Andiamo a vedere chi potrà beneficiare della MIA: si tratta di famiglia dove all’interno convivono almeno un minorenne, o un componente con disabilità o un anziano, invece nella categoria degli occupabili rientrano tutti coloro che hanno tra i 18 anni e i 60, importo percepito da queste categorie sociali sarà sicuramente più basso da quello ricevuto al momento con reddito di cittadinanza e per molto meno tempo.

MIA: chi potrà beneficiarne

Un altro requisito che cambia con la nuova misura MIA è la soglia ISEE per entrare a far parte del programma, infatti dovrebbe scendere da 9360 fino a 7200 euro, e con questa nuova risorsa si vedrà sicuramente un beneficio per le famiglie più numerose, facendo aumentare così il sussidio per chi ha più familiari a carico. Facciamo un esempio pratico: per una persona inoccupabile, con la misura di inclusione attiva andrebbe a percepire €500, probabilmente una quota in più per quanto riguarda l’affitto ma questo è ancora tutto da decidere. Invece per gli occupabili la somma arriverebbe ad euro 375 mensili.

Tutti i classificati occupabili non potranno più rifiutare un’offerta di lavoro congrua, altrimenti perderanno il sussidio. Un occupabile potrà presentare domanda per la Mia ed essere accolta per un periodo di 12 mesi, poi successivamente, trascorso l’anno la misura verrà dimezzata e se ne potrà beneficiare solo per sei mesi. Una terza richiesta infine potrà arrivare solo dopo un anno e mezzo di pausa, il motivo spiegato dal governo per questa decisione è proprio quella di spronare i cosiddetti occupabili a cercarsi un lavoro.

Nonostante i costi a cui è andata incontro la misura da tutti conosciuta come Reddito di Rittadinanza dobbiamo dire però che da un’indagine condotta dalla Banca d’Italia, se il Reddito non ci fosse stato in questi anni, i poveri in Italia sarebbero aumentati di un milione; quindi se pur non assolta del tutto dalle sue pecche, la soluzione del Reddito di Cittadinanza non è stata assolutamente una misura inutile, ma anzi, è stata un paracadute per molte famiglie in questo periodo storico molto difficile.

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