Mutui: cosa cambia dopo la legge di bilancio 2023? Scopriamolo

Mutui: cosa cambia dopo la legge di bilancio 2023? Scopriamolo

Mutui e legge di bilancio: le nuove regole per passare da tasso variabile a tasso fisso.

Anche per il settore dei mutui, purtroppo, si sono registrati degli aumenti. Infatti i mutui a tasso variabile hanno avuto 180 euro medi di aumento, una bella stangata per molte famiglie che si trovano a dover restituire alla banca importi relativi a prestiti avuti per acquistare casa. Scopriamo tutto nelle prossime righe.

Mutui: cosa cambia dopo la legge di bilancio 2023? Scopriamolo

Alla luce di tutto ciò, la Legge di Bilancio 2023 potrebbe arrivare a dare una boccata di ossigeno a tutti coloro che si trovano a fronteggiare il rincaro della rata; la soluzione potrebbe essere – secondo le prime indiscrezioni – la possibilità di rinegoziare il proprio prestito. Questa possibilità però, verrà data solamente a chi è in regola con i pagamenti ed ha un ISEE pari al massimo 35.000.

Non dovrebbe essere una sorpresa questa, visto che lo stesso Ministro Giorgetti ha anticipato qualcosa sulla decisioni prese sulla questione. Per quanto riguarda i rapporti con la banca, ad oggi ci sono molte più possibilità, infatti è possibile trasferire il proprio debito con la banca per quanto riguarda un mutuo, anche ad un altro istituto bancario che possa offrirci migliori condizioni nella restituzione dell’importo dovuto.

Mutui, i suggerimenti su come potersi muovere

Si può addirittura chiedere alla propria banca se sono state attivate delle modalità per sospendere temporaneamente la rata o ridurre l’importo, questo in genere è un trattamento riservato ai clienti di lungo corso. Esistono però anche dei mutui a tasso variabile con dei Cap oltre i quali la rata non può andare.

La novità voluta dalla Legge di Bilancio 2023 è quella di poter rinegoziare il proprio prestito e passare da un tasso variabile a un tasso fisso, in questo modo il governo spera di dare una mano a tutti coloro che sono debitori verso le banche. Ma ciò non si tratta di un vero e proprio provvedimento innovativo, in quanto già alcuni anni fa, con il governo Tremonti furono prese decisioni simili in materia di mutuo.

Quello che ora molti si chiedono è come funzionerà la rinegoziazione? Da quello che sappiamo, probabilmente si seguirà quasi in tutto e per tutto le orme del provvedimento Tremonti in materia di ricalcolo del prestito. Il provvedimento incassa l’ok anche di FABI, il principale sindacato dei bancari, che si è espresso con parere favorevole, perché vista la situazione la BCE, e visto il costo crescente del denaro, dovrebbe spingere gli interessi oltre il 6%.

Vediamo le dichiarazioni di FABI :

“Se i tassi medi si sono attestati, nel mese di ottobre, attorno a quota 3,2%, quando il costo del denaro era al 2%, sul mercato alcuni intermediari propongono, già oggi, mutui con interessi superiori al 5%”.

Quel che sappiamo certamente al momento, è che la possibilità di rinegoziare il prestito sarà data a tutti coloro che hanno in atto un mutuo fino a 200.000€ con variabile, e con un ISEE fino a 35.000, e che non è mai stato in ritardo con le rate.

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