Monopolio dei noccioleti: perché Ferrero è nel mirino dell’Antitrust

Monopolio dei noccioleti: perché Ferrero è nel mirino dell’Antitrust

L’autorità antitrust turca ha avviato una indagine a carico della multinazionale italiana Ferrero per presunte pratiche monopolistiche riguardo al mercato delle nocciole. L’accusa, in sostanza, è che l’azienda italiana si comporterebbe da monopolista praticamente in tutte le fasi del processo produttivo, dalla coltivazione all’acquisto, al confezionamento e all’esportazione.

L’accusa, più in concreto, è che la Ferrero paga molto poco ai coltivatori turchi il prodotto che gli serve per fare la Nutella, mentre lo rivende a un prezzo molto più alto.

Monopolio dei noccioleti: perché Ferrero è nel mirino dell’Antitrust

Indagine sulla Ferrero da parte dell’autorità antitrust turca

Il procedimento contro la Ferrero è stato iniziato a settembre scorso: alla base del ricorso l’affermazione secondo la quale Ferrero starebbe “cercando di monopolizzare l’industria delle nocciole”.

Secondo la Fao, la Turchia è il primo produttore al mondo di nocciole, seguita dall’Italia, dalla Spagna, dagli Stati Uniti e dalla Grecia. Nel 2021 il Paese della Sublime Porta ha esportato più di 344 mila tonnellate di nocciole in 122 paesi.

I noccioleti della Tuscia

Ma di problemi con le nocciole sembra che la Ferrero ne abbia anche da noi, in particolare nella Tuscia. Almeno stando a una inchiesta pubblicata della rivista di difesa dei consumatori il Salvagente a dicembre del 2019.

Il problema, in sostanza, starebbe nella modalità di coltivazione intensiva adottata dall’azienda di Alba. Un modo di coltivazione che darebbe luogo a problemi di riserve idriche impoverite, acque non più potabili, terreni inariditi e a rischio siccità.

Ma non è chiarissimo, come spesso in Italia, stabilire chi abbia ragione e chi torto, se è vero che alcune delle denunce a carico di Ferrero hanno portato gli autori in tribunale, indagati per procurato allarme.

Siamo il secondo produttore al mondo

Ma perché è importante il modo in cui si coltivano le nocciole? Come s’è detto sopra, l’Italia è oggi il secondo produttore al mondo, con circa il dodici per cento della produzione globale. Prima del Bel Paese c’è solo la Turchia.

Tra quanti al mondo utilizzano in modo più massiccio le nocciole c’è senza dubbio la Ferrero, che per i suoi prodotti ha bisogno di approvigionarsi di nocciole con costanza durante tutto l’anno.

Per l’Italia dunque le nocciole sono una grande risorsa, sempre che la loro coltivazione non diventi una monocoltura, con conseguente perdita di biodiversità e indebolimento del territorio. La coltivazione intensiva porta con sé, spesso, un uso smodato di pesticidi e trattamenti chimici.

Inoltre, siccome un ettaro di terra con un noccioleto già avviato al giorno d’oggi può costare sugli 80 mila euro, si assiste anche a una concentrazione della proprietà dei noccioleti nelle mani di relativamente pochi coltivatori.

Insomma, come al solito la situazione è parecchio complessa, a prescindere dalla causa antitrust che si è avviata in Turchia e che staremo a vedere che fine farà.

 

 

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