Manovra Meloni: solo un “contentino” per il ceto medio?

Manovra Meloni: solo un “contentino” per il ceto medio?

Secondo Il Giornale, organo di stampa non certo ostile al nuovo governo di destra presieduto da Giorgia Meloni, la finanziaria partorita dall’esecutivo, anche se coerente con l’impianto ideologico della nuova maggioranza, in realtà non offrirebbe molto ai ceti medi, che pure punterebbe ad aiutare. Pare di capire che questo limite dipenda in gran parte da problemi di carattere strutturale, nel senso che col debito che ci ritroviamo la coperta è sempre troppo corta; ma cerchiamo di capirne di più.

Manovra Meloni: solo un “contentino” per il ceto medio?

«Abbiamo scelto di sostenere i più fragili e rafforzare la classe media. Il messaggio di fondo che vogliamo dare è questo: la ricchezza non la crea lo Stato ma le imprese con i loro lavoratori»: così la (il?) presidente del consiglio Giorgia Meloni.

Fatta eccezione per i 21 miliardi che servono a far fronte al caro bollette, uno degli elementi distintivi della manovra di bilancio 2023 è la proroga del taglio del cuneo fiscale. Taglio di due punti per i redditi lordi fino a 35 mila euro, di tre punti per i redditi fino a 20 mila.

Sembrano oggettivamente favoriti quanti incassano fino a 20 mila euro, quindi non proprio i ceti medi. Rinviato al 2023, invece, il tema della riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre, che potrebbe invece favorire quanti sono titolari di redditi fino a 55 mila euro.

C’è da dire poi della detassazione dei premi di produzione fino a 3 mila euro dal 10 al 5 per cento. Secondo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, così facendo «si sposta la palla nel campo delle imprese»: ovvero il supporto ai redditi viene in buona sostanza affidato alle aziende, che non è detto però possano farvi fronte, venendo da un periodo (pandemia e quant’altro) obiettivamente molto difficile.

Idem per la maggiorazione dell’assegno unico del 50 per cento per il primo anno di vita dei figli e per quanti hanno tre o più figli con un reddito Isee non superiore a 40 mila euro. Se consideriamo famiglie con casa di proprietà, qualche soldo in banca e due stipendi, secondo il Giornale non è detto che queste possano accedere al beneficio.

In buona sostanza parrebbe che il giudizio del quotidiano diretto da Augusto Minzolini sia nel senso di considerare questa finanziaria Meloni solo un brodino caldo per i ceti medi, ma probabilmente di più non si poteva fare, considerati sia i vincoli interni (il debito) che esterni (gli obblighi verso l’Europa).

 

 

 

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