L’assegno unico, ora il requisito decisivo è questo!

L’assegno unico, ora il requisito decisivo è questo!

L’assegno unico universale: come funziona. A gennaio del prossimo anno chi vorrà potrà fare domanda dell’assegno unico universale. La misura ha lo scopo di sostituire il sistema delle detrazioni e degli assegni famigliari che abbiamo avuto fin qui.

Si tratta, almeno nelle intenzioni del governo, di dare di più alle famiglie più in difficoltà e/o numerose e anche, in seconda battuta, di semplificare il carico di burocrazia necessario.

Su quest’ultimo fronte ci permettiamo di avere molti dubbi, dato che tutti i tentativi che si sono succeduti nei decenni in questo senso si sono rivelati dei fallimenti più o meno clamorosi (soprattutto alla luce dei roboanti proclami del politico di turno).

Le domande si potranno presentare da gennaio 2022 e i primi accrediti dovrebbero arrivare a marzo prossimo.

Assegno unico, conterà solo l’Isee

L’assegno universale si potrà incassare dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento dei 21 anni del figlio a carico. La platea delle famiglie interessate dal provvedimento è stimata in sette milioni di nuclei.

Come s’è detto, la domanda potrà essere presentata da gennaio 2022, ma i beneficiari riceveranno il primo assegno dal marzo successivo. Il contributo potrà variare dai 50 euro ai 175 al mese, che si riducono a 24 e 85 per i figli a carico tra i 18 e i 21 anni di età.

Questo vuol dire, più in concreto, che una famiglia con reddito Isee fino a 15 mila euro avrà 175 euro mensili con uno figlio, 350 con due figli, 610 con tre e 970 con quattro figli a carico.

Decisivo sarà l’Isee, non il reddito. Ovvero si valuta l’intero patrimonio (case, terreni, buoni fruttiferi, polizze assicurative e quant’altro) della famiglia e non solo gli eventuali redditi da lavoro, laddove il sistema delle detrazioni e degli assegni famigliari si basava solo sul reddito annuale.

È chiaro che essendo sette milioni le famiglie interessate ed essendo il reddito Isee autocertificato, non si possono escludere truffe ai danni dell’erario, come già s’è visto col reddito di cittadinanza.

 

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