Come funziona l’assegno unico in caso di non conviventi e separazioni
Primo gennaio 2022; ha visto la luce l’assegno unico. I primi pagamenti sono arrivato fino a metà di marzo, ma molti si sono chiesti come funziona in caso figli a carico in famiglie di genitori separati o divorziati? Vediamolo insieme.
Come funziona l’assegno unico in caso di non conviventi e separazioni
L’assegno unico, ormai si sa, è riconosciuto dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età del bambino, in caso sia impegnato in corsi di studio. La domanda va presentata da uno solo dei genitori, ma vediamo i casi particolari che possono verificarsi.
Se il figlio è in affidamento esclusivo, l’assegno spetta al genitore che se ne prende cura primariamente.
Se i genitori sono separati invece, la richiesta dell’ assegno unico può essere ripartita al 50% tra l’ uno e l’altro genitore. Si può fare anche diversamente se si raggiunge un accordo tra le due parti.
Ma vediamo invece come viene effettuato il calcolo per ricevere l’assegno.
Anche nel caso di famiglie ormai separate con figli a carico, l’importo dell’assegno unico si calcola con l’ISEE del nucleo familiare e l’età dei figli a carico, ma vediamo nel dettaglio.
La somma dettagliata è così composta
Gli importi variabili per l’assegno unico sono di €175 per l’ISEE fino a €15000, e un importo minimo di €50 con ISEE pari o superiore a €40000.
Una quota a titolo di maggiorazione, nel caso in cui dal calcolo effettivo delle spettanze, risultasse un assegno molto più basso rispetto a quello precedentemente percepito.
Sono previsti casi in cui viene calcolata ancor di più una maggiorazione, se nel nucleo familiare è presente un bambino con disabilità, o se la madre ha un’età inferiore a 21 anni, se entrambi i genitori sono possessori di un reddito da lavoro, e in caso di famiglie numerose con almeno tre figli.