Chimica dell’amore: ecco come secondo questo studio la dopamina può determinare rotture e legami
Alcuni ricercatori scoprono in uno studo come la dopamina – un neurotrasmettitore chiave – varia in risposta alle interazioni sociali facendo distinzione tra relazioni intime e casuali. La ricerca fa luce su moltissime dinamiche neurochimiche del legame di coppia e del dolore. Ma scopriamone i più nelle righe a seguire!
Chimica dell’amore: ecco come secondo questo studio la dopamina può determinare rotture e legami
Lo studio, pubblicato il 12 gennaio sulla rivista Current Biology, è incentrato sulle arvicole delle praterie, che hanno la particolarità di essere tra il 3% e il 5% dei mammiferi che formano legami di coppia monogami.
Lo studio dimostra che la dopamina aumenta in presenza di un compagno di vita, alimentando il desiderio di mantenere il legame. È interessante notare che questo aumento diminuisce dopo una separazione prolungata, suggerendo un ripristino neurologico che potrebbe aiutare a superare il dolore.
Aspetti principali dello studio
I livelli di dopamina aumentano significativamente nel centro di ricompensa del cervello quando si interagisce con un compagno di vita rispetto a un conoscente casuale.
Lo studio mostra che dopo una lunga separazione, la risposta della dopamina verso un ex partner è ridotta, indicando un possibile meccanismo neurologico per superare le relazioni perdute.
Questi risultati, anche se basati sulle arvicole delle praterie potrebbero avere implicazioni per quel che riguarda la comprensione dei legami sociali umani e per il recupero dal dolore.
Come gli esseri umani, questi roditori tendono ad accoppiarsi a lungo termine, condividono una casa, allevano la prole insieme e provano qualcosa di simile al dolore quando perdono il loro partner.
Come riportato dallo studio, Donaldson cerca di ottenere nuove informazioni su ciò che accade nel cervello umano per rendere possibili le relazioni intime e su come superarle, dal punto di vista neurochimico, quando tali legami vengono recisi .
Il nuovo studio risponde ad entrambe le domande, dimostrando per la prima volta che il neurotrasmettitore dopamina svolge un ruolo fondamentale nel mantenere vivo l’amore.
“Come esseri umani, il nostro intero mondo sociale è fondamentalmente definito da diversi gradi di desiderio selettivo di interagire con persone diverse, che si tratti del tuo partner romantico o dei tuoi amici più stretti. Questa ricerca suggerisce che alcune persone lasciano un’impronta chimica unica nel nostro cervello che ci spinge a mantenere questi legami nel tempo”
dice Donaldson.
Come l’amore può illuminare il cervello?
Per lo studio, Donaldson e i suoi colleghi hanno utilizzato una tecnologia di neuroimaging all’avanguardia per misurare in tempo reale ciò che accade nel cervello mentre un’arvicola cerca di raggiungere il suo partner. In uno scenario, l’arvicola doveva premere una leva per aprire la porta della stanza in cui si trovava il suo partner. In un altro, ha dovuto scavalcare una recinzione per quella riunione.
Nel frattempo un minuscolo sensore a fibra ottica monitorava l’attività, millisecondo per millisecondo il nucleo accumbens dell’animale, una regione del cervello responsabile della motivazione degli esseri umani a cercare cose gratificanti, che possano essere queste acqua, cibo o sostanze essenziali. Gli studi di neuroimaging hanno dunque dimostrato che è il nucleo accumbens si illumina quando teniamo la mano del nostro partner.
“Ciò suggerisce che non solo la dopamina è davvero importante per motivarci a cercare il nostro partner, ma in realtà c’è più dopamina che scorre attraverso il nostro centro di ricompensa quando siamo con il nostro partner rispetto a quando siamo con uno sconosciuto”, riferisce lo scienziato.