Chi ha investito in buoni fruttiferi ci ha guadagnato? Scopriamolo
Si tratta di un investimento molto popolare e mai davvero passato di moda. Parliamo dei buoni fruttiferi postali: garantiti dallo Stato, offrono quanto meno la possibilità di recuperare il capitale, il che di questi tempi è già qualcosa, anche se purtroppo l’inflazione sta rialzando la testa.
Vediamo in concreto come sono andati
Insomma, coi buoni postali i soldi si possono ritirare in qualsiasi momento e il capitale non è mai a rischio, appunto perché il garante ultimo è lo Stato. Molti però si chiedono se davvero è conveniente sottoscrivere i buoni fruttiferi postali.
Chi ha investito in buoni fruttiferi ci ha guadagnato? Scopriamolo
Il problema, come accennavamo sopra, è l’inflazione, che erode il potere di acquisto e dunque anche il valore del capitale che abbiamo investito nella Posta. Chi ha sottoscritto i buoni fruttiferi postali in passato è contento di questa scelta? Li sottoscriverebbe ancora oppure no?
Ora, tutti ne apprezzano la solidità, ma è risaputo che gli interessi che offrono sono veramente molto bassi.
Ma vediamo come saremmo messi oggi se avessimo investito due milioni di lire del 1999 in buoni postali.
I numeri per valutare
Stando ai dati forniti dal sito di Poste italiane, buoni per due milioni di vecchie lire acquistati nel ’99 varrebbero 2200 euro se riscossi nel 2029, cioè a scadenza. Riscossi oggi, invece, anno 2022, ne varrebbero 2137. Ora avete un’idea del rendimento dei buoni e potete farvi un’opinione sulla loro convenienza o meno.
Fate le vostre valutazioni
È chiaro che in giro ci sono investimenti molto più redditizi, ma è anche vero che a maggiori rendimenti invariabilmente corrispondono maggiori rischi (si pensi al mercato azionario).
È anche chiaro che sottoscritti oggi i buoni postali offrono rendimenti molto minori, ma vedere quanto hanno fruttato in passato può essere uno spunto di riflessione utile per chi sta valutando se comprarli oppure no.