Bisogna dimenticare per una memoria di ferro. Lo studio
Anche a voi capita di non ricordare dove avete conservato un oggetto, o dove avete messo il cellulare, o dove avete parcheggiato l’automobile? State tranquilli, è assolutamente normale. Perché vi chiederete? Scopriamo tutto all’interno dell’articolo
Bisogna dimenticare per una memoria di ferro. Lo studio
Affinché la memoria funzioni correttamente, poter dimenticare è tanto importante quanto dover ricordare, questo viene affermato da due ricercatori canadesi, perché secondo loro è importante anche dimenticare, e questo non significa che c’è un malfunzionamento del meccanismo, ma è importante affinché funzioni in modo corretto.
In una vecchia ricerca sulla neurobiologia della memoria, Funes el Memorioso, un personaggio del racconto di Borges, è in grado di poter ricordare tutto, e ricorda anche i dettagli più insignificanti e quindi per questo è incapace di pensare ad un’idea immaginaria.
Il neurologo russo Alexander Luria ha descritto il paziente S. nel Viaggio nella mente di un uomo che non dimenticava nulla, che non era capace di dimenticare, e che viveva questa forma di memoria invasiva più come un ostacolo che come una virtù. Secondo la maggior parte degli scienziati la memoria ideale deve consentire la simultaneità di tutti i ricordi.
La ricerca
Su Neuron è stata pubblicata una ricerca eseguita da due ricercatori dell’Università di Toronto, in Canada, che hanno studiato i vari meccanismi neurobiologici con i quali i ricordi verrebbero setacciati e poi eliminati. Blake Richards e Paul Frankland sostengono che stabilire delle nuove connessioni sinaptiche è una manifestazione che consente di poter stabilizzare i ricordi, e quindi quando queste connessioni diventano più deboli il meccanismo è legato alla loro perdita.
Infatti delle recenti ricerche hanno stabilito che davvero un meccanismo del genere potrebbe essere all’opera, i ricordi potrebbero essere indeboliti anche con la creazione di nuove connessioni che andrebbero a “sovrascrivere” quelle fatte precedentemente. Secondo Frankland quando vanno a generarsi dei nuovi neuroni nell’ippocampo ( che è un’area importante che si trova nel cervello per la creazione dei ricordi), le nuove connessioni tendono a rimodellare i circuiti, e quindi vanno a eliminare i ricordi che sono stati già archiviati.
Infatti, tramite un esperimento che è stato fatto sui topi che dovevano dirigersi in un labirinto che man mano veniva modificato, nel momento in cui gli sono stati somministrati dei farmaci per dimenticare la posizione precedente, sono riusciti ad individuare l’uscita più in fretta.
Quindi secondo gli autori, avere un equilibrio corretto tra il ricordare e il dimenticare ci fa prendere decisioni più intelligenti, e ci consente di poterci adattare a situazioni nuove, perdendo le informazioni che ci portano fuori strada. La memoria ci serve per trasmettere le informazioni più utili permettendoci di prendere delle decisioni adatte in quel momento e nelle circostanze che ci troviamo.