Assunzione di vitamina D: ecco i dosaggi consigliati da un nuovo studio medico
In una recente pubblicazione sul noto portale Nutrients, i ricercatori approfondiscono dell’effettiva efficienza e della sicurezza del dosaggio di 2000 unità internazionali UI (ovvero 50 microgrammi μg) di vitamina D al giorno così da poter prevenire e curare problematiche legate alla carenza di vitamina D in generale. Scopriamo tutto nelle righe a seguire!
Assunzione di vitamina D: ecco i dosaggi consigliati da un nuovo studio medico
La vitamina D è biologicamente inattiva nel corpo umano; pertanto, nel rilevamento di laboratorio della carenza di vitamina D, misurano le concentrazioni sieriche di 25-idrossivitamina D (25(OH)D), un metabolita della vitamina D utilizzato dall’organismo e che riflette l’apporto complessivo da diverse fonti, compresi i raggi ultravioletti-B ( luce solare) e fonti di cibo, come pesce o funghi.
A livello mondiale, la prevalenza di bassi livelli sierici di 25(OH)D, cioè inferiori a 25-30 nmol/L e 50 nmol/L, si verifica rispettivamente in circa il 5-18% e nel 24-49% delle persone, sottolineando la necessità per un’azione tempestiva volta a ridurre il carico di carenza di vitamina D a livello globale.
Alla dose di 50 µg al giorno, l’intera distribuzione di 25(OH)D di una data popolazione potrebbe salire a livelli più elevati; tuttavia, ci sono problemi di sicurezza con tale dosaggio in quanto potrebbe anche aumentare il rischio di sovradosaggio di vitamina D per coloro che si trovano nella fascia più alta della distribuzione.
Attuali linee guida sull’integrazione della vitamina D
Le linee guida per l’assunzione di vitamina D stabiliscono le concentrazioni sieriche target di 25(OH)D e raccomandano le dosi necessarie per raggiungere tali livelli, presupponendo un’adeguata assunzione di altri nutrienti e stagioni (inverni o estati).
Di conseguenza, le attuali linee guida raccomandano un apporto giornaliero di vitamina D di 400-800 UI; tuttavia, individui di diverse etnie o regioni possono richiedere assunzioni ancora più elevate, pari a 2008-2672 UI, per raggiungere livelli sierici di 25(OH)D ≥ 50 nmol/L.
Recenti studi randomizzati come il Vitamin D and OmegA-3 Trial (VITAL) hanno raccolto dati sulla sicurezza sull’uso di 2000 UI di vitamina D al giorno in popolazioni adulte generali che non hanno mostrato segni di tossicità della vitamina D per 5,3 anni, indicando la sicurezza di questo dosaggio giornaliero.
Inoltre, una meta-analisi di 15 RCT sulla vitamina D non ha rilevato alcun aumento dei calcoli renali durante l’integrazione con ≥70 µg di vitamina D per almeno un anno.
Un’altra meta-analisi ha rilevato che l’integrazione giornaliera di vitamina D di 3200-4000 UI per sei mesi aumentava il rischio di ipercalcemia, ricoveri ospedalieri e cadute; tuttavia, ciò non si è verificato nei pazienti con malattia renale cronica.
Aggiornamento dei dosaggi
Come riportato da News Medical, l’adesione a regimi posologici conservativi che non superano le 800 UI (20 µg) di vitamina D al giorno potrebbe non trattare sufficientemente la carenza di vitamina D, considerando l’eterogeneità della dose-risposta interindividuale e tenendo conto dei molteplici fattori clinici coinvolti, come l’obesità, il malassorbimento e farmaci che compromettono il metabolismo della vitamina D.
Questa revisione ha rivelato che l’integrazione giornaliera di vitamina D era più efficace della somministrazione in bolo intermittente negli adulti. Tuttavia, sono necessarie precauzioni per gli individui anziani e malati, che sono più soggetti agli effetti avversi del sovradosaggio di vitamina D.