Abbonamenti al “pezzotto”: stimati 2 milioni di utilizzi illegali in Italia
In Italia sono stati scovati circa 2 milioni di abbonamenti illegali all’IPTV, o come viene chiamato nella parlesia, il famoso “pezzotto”. Ma cosa si sta facendo in questo senso? Scopriamo tutto all’interno dell’articolo.
Abbonamenti al “pezzotto”: stimati 2 milioni di utilizzi illegali in Italia
Purtroppo l’Italia è patria di pirateria informatica. È stata pubblicata una ricerca su Libero che afferma che in Italia ci sono 2 milioni di abbonamenti che si collegano a dei servizi illegali come ad esempio l’IPTV.
Questo dato così alto porta al sistema del paese dei danni che si aggirano intorno ad un miliardo di euro, però a differenza di qualche anno fà l’evento è cambiato, cioè prima la pirateria riguardava dei siti che facevano scaricare in modo illegale film e musica, mentre adesso è in forte crescita e questo fenomeno viene chiamato “pezzotto”.
Il Segretario Generale della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali ci dice che: “il fenomeno delle IPTV illegali è in crescita anche perché molto remunerativo. Abbiamo una vera e propria filiera criminale, all’apice c’è una centrale di smistamento che passa il segnale a tutta una serie di soggetti, i cosiddetti reseller, che a loro volta lo rivendono”, e infatti per via di questi dati così alti la Guardia di Finanza ha subito preso provvedimenti mettendo in atto l’operazione The Net contro l’IPTV, della quale circa 500 milioni di utenti rischiano di avere delle multe salatissime, e infatti lo scorso settembre in Italia è iniziato il blocco dinamico dell’IPTV che è nato dalla collaborazione tra le autorità e i proprietari dei diritti d’autore.
L’operazione delle forze dell’ordine
Ma scopriamone di più su questa operazione The Net che è stata attuata dalla Finanza, nel mese di settembre 2020 hanno bloccato l’accesso alle varie piattaforme di IPTV a circa 500 mila utenti, tramite le perquisizioni effettuate hanno sfasciato tutta l’infrastruttura tecnologica che diffondeva tramite Internet i vari segnali delle pay tv in modo assolutamente illegale.
Sono state perquisite 20 case delle persone indagate, che risiedevano in Toscana, Campania, Calabria ed Emilia-Romagna, che sono stati contestati per aver violato la legge sul copyright, ed è stato scoperto anche che c’era un sistema perfettamente organizzato che si occupava di gestire i pagamenti, e di trovare gli utenti per distribuire tutti i contenuti illegali di Sky.
La Sky si è ritenuta molto soddisfatta di questa operazione e un suo incaricato ha comunicato alla stampa che: “la Guardia di Finanza ha il pieno sostegno di Sky nella sua attività di contrasto alla pirateria audiovisiva e accogliamo con favore l’operazione di oggi, l’ultima di una serie di azioni sempre più efficaci volte a porre fine a questo fenomeno illegale. La pirateria audiovisiva non solo finanzia la criminalità organizzata e colpisce negativamente le industrie creative, ma comporta anche rischi reali per gli utenti finali”, invece il il Segretario Generale FAPAV Federico Bagnoli Rossi ha detto: “L’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano e condotta dalla Guardia di Finanza, a cui vanno il nostro plauso e ringraziamento per il costante lavoro svolto a tutela dei contenuti audiovisivi, ha portato allo smantellamento di una complessa rete criminale operante a livello nazionale e dedita alla diffusione illegale e vendita di abbonamenti pirata per la fruizione di contenuti televisivi”.