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Agenzia delle Entrate: quando i debiti vanno in prescrizione?

Agenzia delle Entrate: quando i debiti vanno in prescrizione?

Qual è il momento in cui possiamo dire che il debito è prescritto dalla Agenzia delle Entrate, ovvero scaduto e decaduto? Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere in merito.

Agenzia delle Entrate: quando i debiti vanno in prescrizione?

Dopo due anni di pandemia, l’Agenzia delle Entrate si è messa nuovamente a lavoro per capire chi avesse dei debiti maturati con un massiccio ritorno dovuto a milioni di arretrati in merito agli atti di pagamento per i contribuenti.

In questi mesi i postini hanno suonato alla porta degli italiani, consegnando gli atti di pagamento con richieste che hanno fatto spaventare tutti. Secondo le stime, entro la fine del 2022 saranno spediti sino a 50 milioni di atti ed è per questo che il Governo sta pensando ad una nuova sanatoria con provvedimenti di vario tipo, in aiuto agli italiani.

Quando una cartella dell’Agenzia delle Entrate può considerarsi prescritta e azzerarsi in automatico, senza gli aiuti da parte del Governo? Facendo un piccolo passo indietro, ricordiamo che l’Agenzia delle Entrate si occupa di riscuotere tutte le somme che non sono state versate allo Stato e sono obbligatorie per legge.

I tributi relativi agli enti locali – Imu e Tari – non dovrebbero essere riscossi con prescrizione dopo 5 anni e solo in alcune regioni. Per tutte le tasse e le imposte, l’Agenzia controlla sistematicamente se siano o meno state pagate dai vari contribuenti.

C’è differenza tra tassa e imposta?

  • Le tasse sono pagate a seguito di un servizio
  • L’imposta non sono collegate ad alcun servizio e sono attive per finanziare la spesa pubblica, come vantaggio per tutti i cittadini italiani. Il pagamento delle imposte avviene in proporzione al guadagno di ogni singolo soggetto o famiglia. Tra quelle più conosciute ci sono quelle dell’IRES e IRPEF.

A questo punto ci interessa sapere quando si prescrivono i vari debiti con l’Agenzia delle Entrate. Proviamo a fare chiarezza?

Quasi tutte le tasse in essere hanno una prescrizione dopo 5 anni, mentre le imposte sino a 10 anni. La Cassazione in alcune sentenze recenti hanno imposto dei termini meno lunghi a seconda della situazione del cittadino interessato. L’Irpef, per esempio, viene prescritta dopo 10 anni con partenza dal giorno successivo alla notifica della cartella esattoriale. In realtà, si può puntare anche alla prescrizione a 5 anni, valutando il caso singolo.

Ovviamente è compito dell’Agenzia delle Entrate valutare una possibile inadempienza da parte del contribuente, contestando il mancato pagamento delle imposte:

  • La decadenza dei redditi non dichiarati scattano entro e non oltre il 31 dicembre del quinto anno della dichiarazione in oggetto;
  • In caso di mancata presentazione della dichiarazione dei redditi, la decadenza dal 31 dicembre del settimo anno successivo;
  • In caso di mancato pagamento IVA la prescrizione è prevista in 10 anni, dall’anno successivo a quello del pagamento.

 

 

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